Rimborso gasolio commerciale nel settore del trasporto consumato nel primo trimestre 2024

L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha fornito le istruzioni per ottenere il rimborso del gasolio commerciale utilizzato nel settore del trasporti, per i consumi effettuati tra il 1 gennaio ed il 31 marzo del 2024 (Agenzia delle dogane, nota 20 marzo 2024, n. 172030).

In riferimento ai benefici sul gasolio commerciale utilizzato nel settore del trasporto, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli fa presente che, per quanto attiene ai consumi effettuati tra il 1 gennaio e il 31 marzo 2024, la dichiarazione di rimborso necessaria alla fruizione del beneficio fiscale può essere presentata dal 1 al 30 aprile 2024.

La misura del beneficio riconoscibile è pari a euro 214,18 per mille litri di gasolio commerciale.

In particolare, il beneficio spetta per l’attività di trasporto di merci con veicoli di massa massima complessiva pari o superiore a 7,5 tonnellate, esercitata da:

  • persone fisiche o giuridiche iscritte nell’albo nazionale degli autotrasportatori di cose per conto di terzi;

  • persone fisiche o giuridiche munite della licenza di esercizio dell’autotrasporto di cose in conto proprio e iscritte nell’elenco appositamente istituito;

  • imprese stabilite in altri Stati membri dell’Unione europea, in possesso dei requisiti previsti dalla disciplina dell’Unione europea per l’esercizio della professione di trasportatore di merci su strada.

Spetta anche per l’attività di trasporto di persone svolta da:

  • enti pubblici o imprese pubbliche locali esercenti l’attività di trasporto;

  • imprese esercenti autoservizi interregionali di competenza statale;

  • imprese esercenti autoservizi di competenza regionale e locale;

  • imprese esercenti autoservizi regolari in ambito comunitario.

Infine, il beneficio spetta per l’attività di trasporto di persone effettuata da enti pubblici o imprese esercenti trasporti a fune in servizio pubblico.

 

Per la fruizione del rimborso, i soggetti aventi diritto devono indicare nella dichiarazione presentata all’Ufficio delle Dogane se intendono utilizzarlo mediante compensazione o richiedere la restituzione in denaro.

Per il godimento dell’agevolazione tramite Modello F24 deve essere utilizzato il codice tributo “6740”.

Quanto alla documentazione utile a giustificare gli avvenuti consumi, gli esercenti le attività di trasporto sono tenuti a comprovare gli acquisti del gasolio commerciale mediante le relative fatture emesse dal fornitore.

 

Non sono ammessi all’agevolazione i consumi di gasolio usato come carburante impiegati da:

– veicoli di categoria euro 4 o inferiore, in relazione al trasporto di merci o di persone;

– veicoli di massa massima complessiva inferiore a 7,5 tonnellate, in relazione al trasporto di merci;

– veicoli della categoria M1.

 

Gli esercenti interessati possono trasmettere le proprie dichiarazioni per mezzo del Servizio Telematico Doganale – E.D.I. e per la predisposizione dei file, relativi alle dichiarazioni è possibile:

  • utilizzare il software, corredato dalle relative istruzioni, presente sul sito dell’Agenzia nella sezione “Accise – Prodotti energetici – Benefici per il gasolio da autotrazione – Benefici gasolio autotrazione 1° trimestre 2024 – Software gasolio autotrazione 1° trimestre 2024”;

  • fare riferimento al “tracciato record”, pubblicato sul sito dell’Agenzia nella sezione “Accise – Prodotti energetici – Benefici per il gasolio da autotrazione – Benefici gasolio autotrazione 1° trimestre 2024 – Software gasolio autotrazione 1° trimestre 2024”, per predisporre autonomamente i file da inviare.

I crediti sorti con riferimento ai consumi relativi al quarto trimestre dell’anno 2023, possono essere utilizzati in compensazione entro il 31 dicembre 2025. Da tale data decorre il termine per la presentazione dell’istanza di rimborso in denaro delle eccedenze non utilizzate in compensazione, la quale dovrà, quindi, essere presentata entro il 30 giugno 2026.

CIPL Edilizia Industria Ancona: prorogato il contratto e l’importo dell’EVR 2024



Stabilita la proroga del CIPL, compreso l’Elemento variabile della retribuzione per l’anno 2024


Il 25 marzo scorso, il Collegio dei costruttori della provincia di Ancona, aderente all’Ance, con l’assistenza di Confindustria Ancona e le OO.SS. Fillea-Cgil, Filca.Cisl e Feneal-Uil hanno sottoscritto un verbale di accordo per determinare l’importo relativo all’EVR. Inoltre, hanno stabilito che il CIPL sottoscritto il 17 giugno 2021 è prorogato dal 1° gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2024 in tutte le sue clausole, compreso appunto l’art. 7 che riguarda l’istituto dell’Elemento variabile della retribuzione. Le imprese provvedono così al riconoscimento delle quote arretrate dell’EVR, erogando l’importo suddiviso nelle prime due retribuzioni utili. Il periodo preso a riferimento per la determinazione dell’emolumento è il triennio 2021-2022-2023 confrontato con 2020-2021-2022. Le Parti hanno quantificato l’importo dell’EVR da liquidare nell’anno 2024 pari al 4% dei minimi tabellari del 2018, determinato dalle tabelle riportate di seguito.

Operai – Minimi paga base orari 























Livello EVR
a) Operai di produzione Operaio di quarto livello 0,2784
Operaio specializzato 0,2588
Operaio qualificato 0,2328
Operaio comune 0,1988
b) Custodi, guardiani, portinai, fattorini, uscieri ed inservienti 0,1792
c) Custodi, portinai, guardiani con alloggio 0,1592

Impiegati – Stipendi minimi mensili


























Livello EVR
7 68,83
6 61,94
5 51,62
4 48,18
3 44,75
2 40,26
1 34,41

Le Parti hanno anche stabilito che entro il mese di aprile 2024 si incontrano per avviare la trattativa per il rinnovo del CIPL. 

CCNL Commercio Confcommercio: sottoscritto accordo integrativo



Perfezionate le tabelle ufficiali degli aumenti retributivi, con la sistemazione degli arrotondamenti


In data 28 marzo 2024 Confcommercio Imprese per l’Italia e Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uilcom-Uil, hanno sottoscritto l’accordo integrativo dell’ipotesi del 22 marzo 2024. In materia di classificazione del personale, in virtù della necessità di individuare e condividere i profili formativi relativi alle nuove figure professionali inserite negli artt. 113 e 115 del CCNL, è stato concordato che ai soli fini delle assunzioni in apprendistato professionalizzante l’entrata in vigore del nuovo sistema di classificazione decorrerà dal 1° giugno 2024. Di conseguenza, fino alla stessa data e per gli stessi fini, restano in vigore le precedenti figure professionali.
Dal punto di vista retributivo sono state perfezionate le tabelle contenenti gli aumenti retributivi, con la sistemazione degli arrotondamenti. 



















































































Livello 01/04/2023 01/04/2024 01/03/2025 01/11/2025 01/11/2026 01/02/2027 Totale
Quadro 52,08 121,53 52,08 60,76 60,76 69,44 416,65
I 46,92 109,47 46,92 54,74 54,74 62,56 375,35
II 40,58 94,69 40,58 47,35 47,35 54,11 324,66
III 34,69 80,94 34,69 40,47 40,47 46,25 277,51
IV 30,00 70,00 30,00 35,00 35,00 40,00 240,00
V 27,10 63,24 27,10 31,62 31,62 36,14 216,82
VI 24,33 56,78 24,33 28,39 28,39 32,44 194,66
VII 20,83 48,61 20,83 24,31 24,31 27,78 166,67

Operatori di vendita





























Livello 01/04/2023 01/04/2024 01/03/2025 01/11/2025 01/11/2026 01/02/2027 Totale
I categoria 28,32 66,08 28,32 33,04 33,04 37,76 226,56
II categoria 23,78 55,48 23,78 27,74 27,74 31,70 190,22

Rispetto ai criteri di assorbimento previsti all’art. 216 del CCNL, le Parti Sociali hanno precisato che l’ultimo comma dell’articolo deve essere interpretato nel senso che l’anticipo (30,00 euro riferiti al IV° livello, da riparametrare per gli altri livelli) in quanto incremento della paga base, e gli importi Una Tantum (350,00 euro riferiti al IV° livello, da riparametrare per gli altri livelli) previsti dal Protocollo straordinario 12 dicembre 2022, non possono essere assorbiti dagli aumenti retributivi, da erogare da aprile 2024 a febbraio 2027, nè dall’Una Tantum, in pagamento a luglio 2024 e luglio 2025, previsti dall’accordo di rinnovo 22 marzo 2024. 

Assegno di inclusione e primo incontro con i servizi sociali

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali fornisce indicazioni sulle tempistiche del primo incontro con i servizi sociali da parte dei richiedenti l’Assegno di inclusione relativamente alle domande presentate entro il 29 febbraio 2024 (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nota 28 marzo 2024, n. 6062).

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali interviene, con la nota in oggetto, sul dies a quo relativo al primo incontro dei servizi sociali con il nucleo familiare beneficiario dell’Assegno di inclusione (ADI), stabilendo che, per le sole domande presentate entro il 29 febbraio 2024, il termine dei 120 giorni sarà calcolato a partire dall’invio del flusso delle domande ADI sulla Piattaforma GePI, e non dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (PAD).

 

Pertanto, per il primo flusso di domande trasmesse, il termine dei 120 giorni si calcola a partire dal 26 di gennaio, data di trasmissione a GePI. 

 

Lo slittamento del termine si è reso necessario in quanto l’invio massivo di domande ai Comuni, ritardato rispetto alla data di sottoscrizione del PAD, ha determinato difficoltà nella gestione dei primi appuntamenti con i nuclei beneficiari da parte dei servizi sociali dei Comuni nei tempi prescritti. 

 

Si ricorda che, in generale, i beneficiari dell’Assegno di inclusione sono tenuti a presentarsi presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale, previa convocazione ovvero spontaneamente per non incorrere nelle sanzioni. In caso di mancata presentazione del nucleo alla convocazione da parte dei servizi sociali si applica la decadenza. In assenza di convocazione, decorsi 120 giorni senza che il nucleo si sia presentato spontaneamente, si applica la sospensione, fino alla data di svolgimento dell’incontro.

 

La deroga alla disposizione normativa per le domande inviate entro il 29 febbraio 2024, rappresenta un’opportunità, soprattutto per i territori che hanno ricevuto ingenti flussi di beneficiari in un limitato lasso di tempo, per meglio calendarizzare i primi incontri con i nuclei ai fini della realizzazione dell’analisi preliminare, senza che il nucleo incorra nella sospensione del beneficio economico.

 

Resta fermo che per le domande presentate a partire dal 1° marzo 2024 il termine dei 120 giorni per la convocazione e la conseguente presentazione al primo appuntamento decorrerà normalmente dal momento della sottoscrizione del PAD. 

 

Il Ministero comunica che, al fine dell’attuazione della deroga alla tempistica di cui sopra detto, si sta procedendo all’allineamento delle piattaforme informatiche per spostare i termini della sospensione del beneficio a 120 giorni dalla trasmissione delle domande ai Comuni, limitatamente alle domande presentate dal 18 dicembre 2023 al 29 febbraio 2024. 

CCNL Istituzioni Socio Assistenziali Uneba: nuovo incontro sul rinnovo

Per gli anni 2020-2023, Uneba propone un aumento di 50,00 euro mensili parametrati al livello 4S

Il 28 marzo è ripreso il confronto tra la delegazione datoriale Uneba e Fp-Cgil, Cisl-Fp, Fisascat-Cisl, Uil-Fpl ,Uiltucs per il rinnovo del CCNL per il personale dipendente dalle realtà del settore assistenziale, sociale, sociosanitario, educativo, nonché da tutte le altre istituzioni di assistenza e beneficenza, scaduto il 31 dicembre 2019.
Durante l’ultimo incontro, avvenuto lo scorso 6 marzo, i sindacati avevano chiesto ad Uneba di provvedere alla formalizzazione di una proposta economica per dare risposte alle esigenze di lavoratrici e lavoratori del settore.
Di seguito, pertanto, i punti salienti della proposta datoriale:
–  per gli anni 2020-2023 un aumento pari a 50,00 euro sul livello 4S da riparametrare per gli altri livelli con decorrenza dal mese successivo alla firma dell’accordo;
– l’impegno a rinnovare il CCNL 2024-2026 entro il 30 giugno 2025;
– la richiesta alle organizzazioni sindacali di sostenere Uneba nella richiesta al Governo ed alle Regioni di riconoscere almeno il 50% dei costi che le strutture dovranno sostenere per i rinnovi.
I sindacati, però, hanno definito l’offerta economica insufficiente a recuperare l’aumento dell’indice inflattivo intercorso dal 2020 al 2023 e hanno previsto l’attivo unitario delle strutture congiuntamente alle delegate e ai delegati del settore per il prossimo 5 aprile 2024.

Procedura di riversamento spontaneo crediti d’imposta R&S: aggiornati i termini e il modello

L’Agenzia delle entrate ha disciplinato le modalità e i termini per la revoca all’accesso alla procedura di riversamento dei crediti di imposta per l’attività di ricerca e sviluppo, indebitamente utilizzati e i nuovi termini per l’accesso alla predetta procedura approvando, contestualmente, il correlato nuovo modello di domanda (Agenzia delle entrate, provvedimento 29 marzo 2024, n. 169262).

L’Agenzia delle entrate, con l’emanazione del provvedimento n. 169262/2024, ha apportato modifiche al provvedimento n. 188987/2022, in attuazione dell’articolo 5, comma 1-bis, del D.L. n. 145/2023, al fine di disciplinare le modalità e i termini per la revoca all’accesso alla procedura di riversamento dei crediti di imposta per l’attività di ricerca e sviluppo, indebitamente utilizzati, e i nuovi termini per l’accesso alla predetta procedura.

Alla luce delle modifiche attuate, i nuovi termini previsti sono:

  • 30 luglio 2024, per la presentazione del modello contenente la richiesta di regolarizzazione;

  • 16 dicembre 2024, per il versamento in unica soluzione o per il versamento della prima rata;

  • 16 dicembre 2025, per il versamento della seconda rata;

  • 16 dicembre 2026, per il versamento della terza ed ultima rata.

In caso di opzione per il versamento rateale, sono dovuti gli interessi calcolati al tasso legale a decorrere dal 17 dicembre 2024.

Al mancato pagamento di una delle rate entro la scadenza prevista, consegue il mancato perfezionamento della procedura e l’iscrizione a ruolo dei residui importi dovuti, nonché l’applicazione di una sanzione pari al 30% degli stessi e degli interessi a decorrere dal 17 dicembre 2024.

 

Contestualmente alle suddette modifiche apportate al provvedimento n. 188987/2022, l’Agenzia ha anche approvato, unitamente alle relative istruzioni, il modello per il riversamento spontaneo del credito d’imposta, che sostituisce il precedente.

Tale modello prevede la casella “Revoca Istanza” che consente al contribuente di revocare l’istanza trasmessa, originaria o sostitutiva.

La revoca dell’istanza originaria, o dell’istanza sostitutiva è ammessa fino al 30 giugno 2024, a condizione che il contribuente non abbia ancora effettuato il correlato versamento dell’unica soluzione o della prima rata.

Il contribuente, successivamente alla revoca ed entro il termine del 30 luglio 2024, può sempre presentare una istanza ex novo.

CCNL Commercio D.M.O.- Federdistribuzione: stabiliti gli aumenti salariali

Riconosciuto ai propri dipendenti un aumento di 70,00 euro a titolo di Afac

Nonostante il rammarico per il rifiuto, da parte di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, di procedere al rinnovo del CCNL Distribuzione Moderna Organizzata, le imprese aderenti a Federdistribuzione hanno deciso di riconoscere gli aumenti salariali espressamente richiesti dalle stesse organizzazioni sindacali. Pertanto, a decorrere dal mese di aprile, a titolo di anticipo sui futuri aumenti contrattuali, verranno riconosciuti ai loro lavoratori un aumento pari a 70,00 euro lordi, riparametrati al IV livello. 
Inoltre, sempre nella speranza che tali organizzazioni sindacali acconsentano di riaprire le trattative per il rinnovo contrattuale, Federdistribuzione, in risposta a quanto sostenuto da esse, ha voluto ribadire di non aver fatto alcuna richiesta di “flessibilità incontrollata” nella definizione dei contratti a termine, nè di aver proposto alcuno smembramento del sistema di classificazione del personale, demansionamento dei lavoratori o riduzione dei loro diritti; invero, si proponeva l’inserimento di nuove figure professionali e nuovi ruoli di coordinamento ed organizzazione.

Riconoscimento facciale dei dipendenti: sanzioni da parte del Garante della privacy

Erogate sanzioni in alcuni casi di utilizzo della tecnologia per il controllo delle presenze (Garante per la protezione dei dati personali, nota 28 marzo 2024, n. 520).

Il Garante per la protezione dei dati personali ha sanzionato 5 aziende – impegnate a vario titolo presso lo stesso sito di smaltimento dei rifiuti – con importi rispettivamente di 70.000, 20.000, 6.000, 5.000 e 2.000 euro, per aver trattato in modo illecito i dati biometrici di un numero elevato di lavoratori.

La motivazione dei provvedimenti presi dall’Autorità è che il riconoscimento facciale per controllare le presenze sul posto di lavoro viola la privacy dei dipendenti. Infatti, non esiste al momento alcuna norma che consenta l’uso di dati biometrici, come prevede il Regolamento, per svolgere una tale attività.

Il Garante, intervenuto a seguito dei reclami di diversi dipendenti, ha anche evidenziato i particolari rischi per i diritti dei lavoratori connessi all’uso dei sistemi di riconoscimento facciale, alla luce delle norme e delle garanzie previste sia nell’ordinamento nazionale, sia in quello europeo.

Dall’attività ispettiva del Garante, svolta in collaborazione con il Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di finanza, sono emerse anche ulteriori violazioni da parte delle società in questione. In particolare l’Autorità ha accertato che 3 aziende avevano condiviso per più di un anno lo stesso sistema di rilevazione biometrica, oltretutto senza aver adottato misure tecniche e di sicurezza adeguate. Inoltre il medesimo “sistema”, ritenuto illecito dall’Autorità, era utilizzato presso altre 9 sedi dove operava una delle società sanzionate. Le aziende, infine, non avevano fornito una informativa chiara e dettagliata ai lavoratori, né avevano effettuato la valutazione d’impatto prevista dalla normativa privacy.

Le aziende, ad avviso del Garante, avrebbero dovuto più opportunamente utilizzare sistemi meno invasivi per controllare la presenza dei propri dipendenti e collaboratori sul luogo di lavoro (ad esempio il badge). Oltre al pagamento delle sanzioni il Garante ha ordinato la cancellazione dei dati raccolti illecitamente.

Pagamento pensioni all’estero, eliminazione dell’assegno

Entro il 15 giugno 2024 i pensionati residenti in Europa dovranno indicare le coordinate bancarie utili all’accredito della pensione compilando l’apposito modulo fornito da Citibank (INPS, comunicato 29 marzo 2024). 

Attualmente, il pagamento delle pensioni al di fuori del territorio nazionale viene eseguito, in via ordinaria, a mezzo accredito su conto corrente bancario intestato al pensionato oppure, laddove possibile, in contanti allo sportello di un corrispondente diretto della Citibank (Western Union, nella maggior parte dei Paesi). Soltanto in via del tutto eccezionale, la banca può disporre l’erogazione della pensione mediante l’emissione e la spedizione al pensionato di un assegno di deposito non trasferibile.

 

L’INPS comunica la graduale eliminazione della modalità di pagamento delle pensioni all’estero attraverso assegno, ciò a fronte dei ritardi nella consegna, dovuti essenzialmente a disservizi dei locali servizi postali oppure a circostanze quali lo smarrimento o il danneggiamento del titolo.

 

A tal fine l’Istituto ha fornito indicazioni di carattere operativo finalizzate all’abolizione del pagamento a mezzo assegno nei riguardi dei pensionati residenti in Austria, Belgio, Tunisia e Australia.

 

In particolare, per quanto riguarda i pensionati residenti in Europa, questi riceveranno un modulo da Citibank per acquisire i dati bancari per l’accredito futuro, da compilare e restituire entro il 15 giugno 2024, allegando la copia di un documento d’identità valido e un documento prodotto dall’istituto bancario estero nel quale siano chiaramente indicate le coordinate bancarie utili all’accredito (cioè BIC e IBAN oppure Sort Code e Numero di conto per il Regno Unito), l’intestatario e l’eventuale cointestatario del conto.

 

In caso di mancata risposta, il pagamento della rata di luglio 2024 sarà disposto in contanti a sportello presso Western Union.

 

L’INPS precisa che, nel caso di nuove pensioni o trasferimenti di pensioni dall’Italia, dal 1° luglio 2024, il pagamento sarà in contanti, presso Western Union, se non sono state fornite le coordinate bancarie: tale modalità di riscossione rimarrà attiva anche per i successivi pagamenti, fino a quando i soggetti interessati non faranno pervenire la richiesta di variazione delle modalità di pagamento.

 

I pensionati che non abbiano inviato nei termini le comunicazioni dirette alla variazione della modalità di pagamento potranno, comunque, contattare il Servizio Citibank di assistenza a mezzo posta elettronica o servendosi dei numeri telefonici gratuiti dedicati indicati, per ciascun Paese, nel sito della Banca, o anche rivolgersi ai servizi dei locali uffici di patronato.

CCNL Tessili Industria: c’è l’ok dei lavoratori alla piattaforma

I lavoratori hanno dato parere positivo alla piattaforma che comprende miglioramenti retributivi e normativi

Le Sigle Sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil hanno comunicato l’ok dei lavoratori alla piattaforma per il rinnovo del CCNL Tessile Abbigliamento per il periodo di vigenza contrattuale 1° aprile 2024-31 marzo 2027. Il settore coinvolge 372.600 addetti impiegati in 41.380 imprese. Il passo successivo che si attende è l’invio della piattaforma ai rappresentanti di Sistema Moda Italia Confindustria per iniziare le trattive per il rinnovo. 
Per quanto riguarda l’aspetto economico è stato chiesto un aumento salariale sui minimi tabellari di 270,00 euro (3° livello Super) e l’incremento dell’Elemento di garanzia retributiva per le aziende che non hanno la contrattazione di II livello, passando dagli attuali 300,00 euro a 450,00 euro. Ad essere maggiorate anche le percentuali per i lavoratori turnisti/squadre. Si è chiesto, inoltre, di incrementare anche il welfare contrattuale per la previdenza complementare Previmoda, definendo misure di contrasto al mancato contributo dovuto al fondo integrativo Sanimoda. 
Per quanto riguarda, invece, la parte normativa si chiedono, tra le altre cose: 8 ore annue in più per la formazione obbligatoria e il registro dei mancati infortuni. Oltre a questo, allargamento dei permessi retribuiti per partecipare a corsi di studio e di formazione; miglioramenti nella fruizione dei permessi; rivisitazione dei meccanismi di funzionamento dell’Ente bilaterale. Chieste anche maggiori specifiche sul pagamento della malattia e/o infortunio non sul lavoro anche nel corso del periodo di prova; integrazione al 100% dei giorni di carenza malattia; superamento delle differenze di trattamento per operai, intermedi ed impiegati per quel che concerne la maturazione delle ferie; innalzamento a 10 giorni l’anno (di cui 5 retribuiti) del congedo per malattia del figlio di età compresa tra i 3 e i 13 anni. A questo si aggiunge un’equità di stipendio e la riduzione del gender pay gap